A chi spetta la pensione di reversibilità del coniuge defunto? Cosa accade in caso di separazione e divorzio? Vediamolo insieme.
Nello sfortunato caso in cui una persona, dopo aver pagato una vita ci contributi, dovesse venire a mancare, non tutto il denaro va perduto. Esiste infatti la pensione di reversibilità. Ma come funziona l’erogazione, come presentare la domanda e quali sono le casistiche che possono presentarsi?
Pensione ai superstiti diretta e pensione di reversibilità
Innanzitutto occorre sapere che la pensione di reversibilità è una tipologia di pensione ai superstiti. Quando muore un contribuente iscritto ad una gestione Inps, al suo coniuge superstite possono essere assegnate due tipi di pensione:
- una “pensione indiretta”, che spetta quando l’assicurato deceduto lavorava ancora ma aveva versato almeno 15 anni di contributi (per un totale di 780 settimane di contribuzione) o almeno 5 anni di contributi (260 settimane di cui 156 nei cinque anni precedenti al decesso);
- oppure la pensione di reversibilità, che spetta nel momento in cui il contribuente deceduto era già pensionato.
Pensione ai superstiti: chi ne ha diritto?
La pensione ai superstiti viene erogata al coniuge e ai figli se minori al momento del decesso dei genitori, fino a 26 anni se sono studenti universitari e fino a 21 negli altri casi). In mancanza di coniugi e figli, la pensione spetta ai genitori con più di 65 anni purchè non già pensionati o a fratelli e sorelle, se inabili. Costoro devono dimostrare di essere vissuti a carico del defunto.
Matrimonio, divorzio e separazione: cosa accade alla pensione?
Se ad esempio un marito decede durante un matrimonio valido, come detto, alla moglie può spettare la pensione di reversibilità o la pensione indiretta.
In caso di separazione, idem. La separazione infatti non cancella il vincolo matrimoniale, che resta valido con tutte le conseguenze civili.
Se invece è già stata pronunciata una sentenza di divorzio, la moglie ha diritto alla pensione indiretta o di reversibilità solo se le è stato riconosciuto l’assegno divorzile; solo se non si è risposata; solo se la data di inizio contribuzione del defunto è anteriore al divorzio. Riguardo al secondo matrimonio della conige divorziata, questa le fa perdere sì il diritto alla pensione dell’ex-marito defunto ma non ad un assegno una tantum, dell’importo pari a due annualità di pensione tredicesima compresa, calcolato fino alla data del nuovo matrimonio.
Ancora in questa casistica, se l’ex marito muore dopo essersi risposato a seguito di un divorzio ma prima della pensione, la pensione indiretta o di reversibilità viene ripartita tra la ex moglie e la coniuge superstite. Nel calcolo della ripartizione contano la durata dei matrimoni, l’ammontare dell’assegno di divorzio, una eventuale convivenza prematrimoniale e l’eventuale stato di bisogno della ex moglie.
Convivenza e unione civile: cosa succede alla pensione?
Ai conviventi non spetta alcuna pensione di reversibilità né alcuna pensione indiretta. In caso di unione civile invece viene applicato lo stesso regime previsto dai matrimoni.
Calcolo della pensione indiretta o di reversibilità
Come si calcola l’ammontare della pensione indiretta o di reversibilità al coniuge superstite? Il trattamento spetta a partire dal primo giorno del mese successivo al decesso, in qualsiasi momento sia stata presentata la domanda. La quota corrisposta è calcolata come segue:
- il 100% della prestazione, se vi sono due o più figli a carico;
- l’80%, se vi è un solo figlio a carico;
- il 60%, se è solo/a.
Ulteriori tagli se il coniuge percepisce ulteriori redditi, in base alla fascia di reddito, al netto di contribuzioni assistenziali e previdenziali. Esclusi: il Tfr (Trattamento di fine rapporto) e le relative anticipazioni, il reddito della casa di abitazione, gli arretrati sottoposti a tassazione separata e la pensione ai superstiti su cui deve essere operata la riduzione.
I limiti di reddito per effettuare la riduzione variano di anno in anno e si basano sul trattamento minimo della pensione previsto dall’Inps, che per il 2019 è stato stabilito in euro 513,01. In particolare per il 2019:
- se il reddito della moglie non supera di 3 volte il trattamento minimo Inps (20.007,39 euro annui), la pensione non subirà alcuna riduzione;
- se il reddito è compreso tra 20.007,39 e 26.676,52 euro annui (4 volte il minimo Inps), la riduzione sarà pari al 75%;
- se il reddito è compreso tra 26.676,52 euro e 33.345,65 annui (5 volte il minimo Inps), la pensione verrà ridotta del 40%;
- se il reddito supera i 33.345,65 euro, la pensione sarà ridotta del 50%.
La riduzione non si applica se nel nucleo familiare sono presenti figli minori, studenti o disabili.
Come si presenta la domanda per la pensione ai superstiti?
La domanda per la pensione indiretta e di reversibilità va presentata telematicamente all’Inps o presso un Caf. Verrà richiesto il codice pin, le credenziali spid o della carta nazionale dei servizi.
I documenti da allegare sono:
- autocertificazione del certificato di morte e di quello di matrimonio;
- dichiarazione dello stato di famiglia al momento del decesso,
- dichiarazione di non pronuncia di sentenza di separazione con addebito e di non avvenuto nuovo matrimonio;
- dichiarazione sul diritto alle detrazioni d’imposta e del reddito nonché in quella sulle modalità di pagamento, bonifico bancario/assegno, se l’importo è superiore ai 500 euro.
- La dichiarazione relativa ai redditi percepiti per ciascun anno, da presentare anche per gli anni successivi.